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Le chiese

Tutte le varie chiese della comunità di Ardenno, testimoni delle nostre radici e tradizioni, sono simbolicamente rappresentate sul retro della copertina del nostro bollettino, una per ogni lettera della parola Comunitando, ad evidenziare ancor di più il nostro essere comunità quando diventiamo pietre vive del corpo di Cristo.

Copertina del bollettino parrocchiale Comunitando (Retro) - Settembre 2018

Di seguito trovate una presentazione delle chiese appartenenti alla parrocchia di San Lorenzo.
Per notizie più dettagliate e fotografie cliccare sulle foto delle chiese.

Chiese e Santi: Religione, Fede, Storia e Tradizione

“Noi adoriamo Cristo quale Figlio di Dio, mentre ai martiri siamo giustamente devoti in quanto discepoli e imitatori del Signore e per la loro suprema fedeltà verso il loro re e maestro; e sia dato anche a noi di farci loro compagni e condiscepoli.”

San Policarpo (dal Catechismo della Chiesa Cattolica, pag. 257)

Ardenno ha i suoi santi e le chiese ad essi dedicate: San Lorenzo, San Giuseppe, la Madonna del Buon Consiglio, San Giovanni Battista, San Pietro, San Lucio, San Rocco, Sant’Antonio, Sant’Abbondio… Se da un lato appaiono oscure le motivazioni che spinsero i nostri antenati a mostrare una particolare dedizione verso una figura di santo piuttosto che un’altra, motivazioni probabilmente rintracciabili nello spirito e nella fede di quella gente, lo stesso non si può affermare per quel che riguarda l’edificazione di così tante chiese nel territorio di Ardenno. È infatti possibile risalire, mediante delle considerazioni di carattere storico, alle ragioni che spinsero la nostra comunità a costruire sempre nuovi oratori o cappelle votive.

La chiesa Prepositurale di San Lorenzo

La chiesa parrocchiale di San Lorenzo - Ardenno

È noto che i primi nuclei familiari che si stabilirono ad Ardenno furono costretti a salire lungo il versante retico alla ricerca di un ambiente, seppur isolato e raggiungibile a fatica, in cui costruire le proprie abitazioni e che potesse garantire delle occupazioni sufficienti al sostentamento. Questo perché il fondovalle non costituiva una sede sicura per l’insediamento a causa delle continue inondazioni dell’Adda.
Così, chissà in quali forme e situazioni cominciarono a prendere consistenza le prime contrade di Ardenno, contrade nate da uomini e donne comuni e donne comuni, da noi distanti secoli, assuefatti al lavoro, alla povertà, al sacrificio ma forti di una volontà probabilmente ben più attiva e tenace… ed in ogni contrada sorse una chiesa. Forse anche la fede, come la volontà, era più attiva e tenace.
Per prima “nacque” Piazzalunga e con essa la chiesa di Sant’Abbondio. Non esistono dati certi che documentino con precisione l’epoca in cui sorse la contrada; esiste solamente un’antica carta del 1301 che menziona la frazione e le genti di Piazzalunga: dal documento si deduce che la località già da tempo fosse abitata e che in essa vi fosse un oratorio.

Chiesa di Sant'Abbondio - Piazzalunga Ardenno

La chiesa dedicata a Sant’Abbondio, come si presenta allo stato attuale fu certamente eretta sopra le rovine di quella più antica, dalla quale ereditò la venerazione per lo stesso santo. Ha una navata sola e il presbiterio rettangolare con volte a botte mentre il corpo della chiesa ha due volte a crociera cui è interposto un arco acuto a tutto sesto. La balaustra barocca di marmo nero con fregi a riporto e l’altare maggiore, arricchito da una grandiosa tela raffigurante la Crocifissione, ne fanno dedurre il periodo di costruzione: il XVII secolo. Questa chiesa fu coadiutoriale alla parrocchia di Ardenno e abitualmente godeva della presenza di un cappellano, oltre che di una consistente rendita offerta dagli uomini della contrada. In particolare si ricorsa un documento redatto a Roma dal notaio Giovanni Battista Palombo il 14 gennaio 1770 dal quale risulta che gli uomini di Piazzalunga residenti a Roma, che maggiormente facevano donazioni alla chiesa, si opposero alla vendita di alcuni beni ritenuti d’appartenenza alla chiesa. Nella zona a est della contrada di Piazzalunga si incontra una cappella; testimonianze storiche affermano che essa è in realtà l’abside dell’antica chiesa del paese.

Chiesa di San Giovanni Battista - Valmala Ardenno

Una cappella votiva dedicata a San Giovanni Battista s’incontra in località Valmala, sul cui altare si trova una graziosa tela rappresentante il Battesimo di Gesù sul Giordano.

Di questa cappella si è trovata notizia sul principio del Seicento: ad essa con testamento del 2 settembre 1631 redatto dal notaio Giovanni Battista della Torre, il signor Antonio Tartaia di Valmala lasciava il carico di due messe al mese sopra i propri beni: un appezzamento di terra, una casa e un fitto livellario.

In seguito alle prime opere di bonifica della piana di Ardenno molte famiglie delle contrade scesero verso il piano a partire dal XVI secolo, sviluppando il borgo del Masino, una località dove il fiume omonimo riceveva una stretta ed era costretto ad addossarsi al monte di Dazio e di Desco. Anticamente le prime case sorsero vicino al monte e con esse nel Cinquecento la chiesa di San Pietro.

Le poche case ed i mulini presenti scomparvero per una disastrosa piena del fiume fra il 1470-1475. Ciò non impedì il lento ma progressivo abbandono delle frazioni poste più in alto, sulle pendici dei monti, per cercare nuove terre per la coltivazione ed una ambiente più aperto alle vie di comunicazione: un processo durato secoli.

Chiesa di San Pietro Masino

Nella metà del ‘900, la frazione di Pilasco con la chiesetta di San Giuseppe, al tempo facente parte della parrocchia di Dazio, fu annessa alla parrocchia di Ardenno.

Chiesa di San Giuseppe - Pilasco Ardenno

La chiesetta, fu costruita negli ultimi anni dell’800 per volontà degli abitanti della frazione; una targhetta posta sulla parete esterna della chiesa riporta la data 1899. Ogni anno viene celebrata la messa il 1° di maggio, nella festa di San Giuseppe lavoratore.

Proseguendo il percorso tra le chiese, scendendo il “versante est” si incontra la contrada di San Rocco. È possibile pensare che il piccolo abitato fosse, alle sue origini, la dimora invernale per quelle famiglie che nelle stagioni più favorevoli salivano negli alpeggi di Granda e di Preda Rossa dedicandosi all’allevamento di bestiame a coltivazioni in zone piuttosto ristrette data la predominanza di un ambiente boschivo. Probabilmente la presenza di un ristretto numero di abitanti risale al secolo XIII e XIV. Ciò è provato dall’analisi di alcune caratteristiche della chiesetta costruita nella contrada, caratteristiche tipiche di quei secoli. La chiesa di San Rocco, distante sei chilometri dalla Matrice (la chiesa di San Lorenzo), venne edificata accanto ad una rupe concava, forse un’antichissima macina romana usata poi come acquasantiera.

Chiesa di San Rocco - Ardenno

La chiesetta presenta il coro rettangolare con volta a crociera cordonata e due altare. Il maggiore, nell’abside, porta una buona pala, di autore ignoto ma certamente apprezzabile rappresentante il Crocifisso, la Maddalena e San Giovanni: la tela è chiusa da due antine mobili recanti al loro interno le immagini di San Lorenzo, ben conservata e di San Rocco, guastata dall’umidità. In un primo tempo l’interno era completamente affrescato ma le pitture scomparvero sotto la calce dei successivi restauri. Principalmente si ricordano i lavori effettuati nel 1623, quando venne aggiunta la cappella recante l’icona di San Gregorio Magno, e quello del 1757 come appare scritto sulla parete anteriore. La chiesa aveva una campana propria, sulla quale risulta incisa la scritta: “1690 Sancte Roche ora pro nobis – restaurata – da Giovanni e Lorenzo Folini”.
In considerazione del movimento demografico relativo al periodo che va dal XIV al XVII secolo, tendente all’aumento delle popolazioni, seppur in modo lento ed incostante, si può comprendere come verso il 1500, ed in toni più marcati sulla fine del ‘600, le comunità sviluppatesi a monte cominciarono a scendere a valle. Come da Piazzalunga la comunità scese verso Masino, così da San Rocco, con spostamenti graduali, la gente passò a San Giuseppe, poi ad Arsizio.
La frazione di San Rocco venne definitivamente abbandonata in seguito alla peste del 1630-31 che portò gli abitanti a scendere in località “selve del Foppo”, menzionata in un contratto di fitto livellario del 1549. Vi si trova esplicito riferimento “ad una pezza di terra vicina alla cappella”, ad indicare che le prime famiglie discese da “Gazio” o San Rocco, oltre che il torchio ed il forno avevano costruito una chiesa dedicata a San Giuseppe.

Chiesa di San Giuseppe - Ardenno

Distante quattro chilometri dalla prepositurale e due da quella di San Rocco, sorse probabilmente come luogo per la preghiera comune dei fedeli. Ha un solo altare con icona raffigurante lo Sposalizio di San Giuseppe e Maria Santissima. Con testamento del 27 gennaio 1692, Lorenzo Borinalli legava una parte dei suoi beni alla chiesa allo scopo di fondare un beneficio che in realtà non ebbe mai vita a causa dell’esiguità della donazione.

Anche la frazione di Arsizio (oggi impropriamente Gaggio), come San Giuseppe, verso la fine del XVII secolo vide accrescere il proprio nucleo abitativo in maniera considerevole. Un certo benessere nella contrada fu portato dalla famiglia Scigolini, in particolare dopo l’apertura di una cava di calce che garantiva un lavoro costante. Infatti, se nel 1589 si trovavano solo otto famiglie residenti, nel 1700, l’abitato era più che raddoppiato con 20 famiglie. Si rese così necessaria la costruzione di una nuova chiesa. Nel 1784 pervenne da Roma un testamento firmato da Giovanni Scigolini, il quale donava alla contrada 400 scudi romani alla condizione che fossero interamente impiegati nella costruzione della chiesa e che fosse poi consacrata in onore di Maria SS. del Buon Consiglio.

Chiesa della Beata Vergine del Buon Consiglio Gaggio

La costruzione del nuovo oratorio fu cominciata nel 1786 e ultimata nell’89, quando avvenne la benedizione solenne e la celebrazione della prima messa da parte dell’Arciprete di Traona Giovanni Parravicini. Si ricorda anche il contributo del Cav. Giuseppe Mossini che, essendo residente a Gaggio, volendo contribuire all’opera realizzata, fece testamento ai primi di marzo del 1789 lasciando la propria abitazione alla piccola comunità, in modo che i canonici che avrebbero poi officiato la chiesa potessero risiedere nel luogo. Fra i canonici che prestarono servizio a Gaggio si ricordano in particolare: Don Giovanni Cereghini (1898-1911) che provvide alla sistemazione dei banchi, del pavimento e nel 1909 alla costruzione del campanile; Don Michele Della Morte (1918-1922) che si preoccupò di collocare il Battistero e di ornare l’interno della chiesa, fece costruire l’altare maggiore, lavoro di Don Natale Fontana, canonico di Talamona. All’interno si trova il dipinto dell’altare maggiore proveniente da Roma; lateralmente altri due altari dedicati a San Giovanni Bosco e al Sacro Cuore di Gesù. Quest’ultimo fu donato dai familiari dei defunti colpiti dalle epidemie scoppiate nel 1920.

Chiesa di San Lucio - Ardenno

Scendendo verso il centro di Ardenno si incontra la chiesa di San Lucio.

In riferimento a questa chiesa si trova un accenno in un contratto del 12 gennaio 1504 rogato da Giovanni Battista Parravicini, Dell’antica chiesa non sono giunti a noi dei documenti che testimonino con precisione l’origine, Nello stesso luogo sorse l’attuale chiesa, probabilmente costruita all’inizio del Settecento; non ha nulla di notevole, ma conserva un’iscrizione lapidaria, recuperata fra le rovine della chiesa primitiva che avverte che il titolare “non è come spesso si scrisse, San Lucio Papa, ma San Lucio vescovo di Coira e martire”. Questo San Lucio, figlio di Giusto Coillo, era re dei Britanni e pagano. Ammirato dell’integrità della vita dei cristiani, studiata la Sacra Scrittura, volle essere battezzato. Si diede alla predicazione fino a diventare vescovo, ma sorpreso dai pagani fu lapidato pagando con la vita il suo profondo amore per Cristo. (Cfr. Don Giacinto Turazza, memorie storiche, Corriere della Valtellina, 7 settembre 1922).

La chiesa dedicata a Sant’Antonio sorse nel territorio di proprietà della mensa vescovile di Como.

Chiesa di Sant'Antonio - Ardenno

Non sono certe le sue antiche origini; probabilmente fu fatta erigere dai feudatari del luogo o dal popolo che risiedeva nella zona. Nessun documento avvalora l’una o l’altra ipotesi; unico dato certo, da come risulta chiaramente in un documento, la chiesa esisteva già nel 1454 quando le fu assegnata il 29 giugno “una pezza campiva con un reddito”. Un’altra rendita, ben più consistente, che venne assegnata alla chiesa fu quella donata da alcuni esponenti della famiglia Parravicini a ricordo di Donna Lucrezia Travers d’Ortenstein l’otto agosto 1722 attraverso domanda scritta indirizzata al Vicario Generale della Diocesi, don Girolamo Durini. Il grande beneficio di cui venne a disporre la piccola chiesa di Sant’Antonio venne ben presto distrutto a causa delle leggi di soppressione istituite da Napoleone durante la Repubblica Cisalpina. Un’interessante tradizione legata a questa chiesa è quella per cui il 17 gennaio di ogni anno si benediceva il bestiame.

Nel centro storico di Ardenno sono presenti alcuni antichi palazzi signorili; in passato era consuetudine che le famiglie nobili costruissero delle cappelle private o oratori annessi ai palazzi. La chiesa della Madonna della Provvidenza, oggi compresa nella struttura dell’Istituto San Lorenzo, apparteneva alla famiglia Visconti Venosta.

Chiesa della Madonna della Provvidenza - Istituto San Lorenzo Ardenno

Cliccare sulle foto per aprire le pagine dedicate a ogni singola chiesa. Potete trovare informazioni dettagliate e fotografie.

Fonti: Comunitando, numeri di settembre e dicembre 1999.

Un’interessante documentazione circa le chiese della Parrocchia di Ardenno, si trova anche sul sito www.paesidivaltellina.it/ardenno/chiese.htm.